L’ENDOSCOPIA DIGESTIVA IN SEDAZIONE COSCIENTE E NON COSCIENTE
L’esplorazione dei visceri (esofago, stomaco, colon…) espone il paziente ad una serie di traumi e fastidi che spesso sono fonte di paura e causa di ritardi nella consultazione del medico.
Di frequente le paure sono collegate alla conoscenza del dolore riferito da chi ha già effettuato l’esame.
E’ noto peraltro che esistono anche molte diversità etnico-culturali nel porsi di fronte al dolore e certamente è diverso l’atteggiamento mentale di chi esegue l’esame endoscopico per prevenzione o per screening o per patologia.
Oggi abbiamo a disposizione un presidio importante: la sedazione cosciente o profonda per eseguire in serenità e sicurezza l’esame endoscopico.
Quali vantaggi offre?
Prima di tutto la possibilità di esplorare in modo più completo tutto il tratto digestivo.
Avere la facoltà di effettuare tranquillamente eventuali manovre operative senza che nel soggetto si fossilizzi il ricordo del dolore. Di conseguenza è più facile proporre al paziente un eventuale nuovo controllo. Esistono peraltro, a seconda del tipo di persona, diversi livelli di sedazione.
-Sedazione “cosciente” o “vigile” in cui il paziente risponde ai comandi verbali semplici.
-Sedazione “profonda” in cui la risposta ai comandi verbali è molto rallentata o assente.
La gestione della sedazione cosciente viene effettuata direttamente dai medici endoscopisti tramite uso di farmaci quali benzodiazepine ed oppiacei.
La sedazione profonda è gestita dall’Anestesista il quale utilizza farmaci che, avendo un’emivita brevissima, scompaiono rapidamente dal circolo ematico (Propofol).
Per lavorare in massima sicurezza e comfort è necessario valutare adeguatamente il paziente:
raccogliere la sua storia clinica, esaminare alcuni semplici esami di laboratorio ed ECG ed infine metterlo al corrente, tramite un consenso informato, di ciò che la procedura comporta.
In alcuni casi la presenza dell’anestesista diventa necessaria:
previsione di procedure prolungate con probabile necessità di sedazione profonda, possibile intolleranza o allergia ai farmaci previsti per la sedazione, individui con patologie concomitanti importanti.
Comunque mi preme sottolineare com’è fondamentale, per il benessere e la sicurezza del paziente, la possibilità di usufruire di un team medico ed infermieristico formato e ben addestrato al fine di affrontare con successo qualunque situazione, anche critica.
La figura dell’Anestesista entra a pieno diritto in questo team che può garantire quello che si definisce la buona pratica clinica.
Dr.ssa L. Barbieri
Dirigente di I° Livello UOC di Anestesia e Rianimazione Ospedale Sandro Pertini